Diving Center - Scuola Nuoto - Salvamento - Subacquea - Corsi di formazione - Motonautica - Attività primi passi - Attivita per Disabili -Triathlon - Gestione Piscine.

   
   
  Home  /  Chi siamo  /  Contatti  /  Guest Book /   News  
 
 Immersioni
Relitti
Kent
Capua
 
Grotte
Acquadolce
Arco
Camino
Colone
Gamberi
Isullidda 
Perciata
Punta Lunga
 
Pareti
Calampiso
Firriato
Gobbo
Monte Cofano
Punta Negra nord
Punta Negra sud
Tonnara
Torre Solante
 
 
 
Secche
Cataratte
Calarossa
Faro
Pancarrè
 
Varie
Scoglio Isullidda
Scialandro ovest
Scialandro est
Lago di Venere
Passo Salinella
Colone
Colone
 
 Sponsor

 


 Contatore

 

 Relitto del Kent - la nave dei corani

Il relitto del cargo cipriota Kent, altresì chiamato nave dei Corani per il suo carico di libri, si trova nel golfo della tonnara di S. Vito Lo Capo, nella provincia di Trapani, adagiato su un fondale di sabbia a circa 48 mt. di profondità.
La nave è affondata a causa di un incendio nel 1978. Il relitto si trova con la prua verso terra, con la chiglia adagiata sul fondo sabbioso, circa mezzo miglio dalla costa, è lungo circa 80 mt. ed è visitabile anche all'interno. Si incontrano murene e gronghi stanziali, cernie e scorfani,  branchi di saraghi e pesci pelagici nuotano intorno alla nave.

 
 Caratteristica del Immersioni
livello   deep / tecnico
località           Golfo della Tonnara di San Vito
distanza della costa           un miglio
profondità minima           - 30 metri
profondità massima           - 50 metri
attrezzatura consigliata           torcia, computer

 
 Note
L'immersione è destinata a subacquei esperti, interessante per gli spunti fotografici, obbligatorio l'uso del computer subacqueo e la torcia.
 
 Storia

"Il Kent" un cargo da carico con stazza lorda di 783 tonnellate, battente bandiera cipriota, salpata da Siracusa il 30 giugno del 1978 diretta a brindisi da cui è ripartita il 5 luglio del 1978 diretta in Nigeria, al comando della nave il comandante greco, Liakas Hristos, mentre l'equipaggio era composto da 11 persone di cui 2 Greci, 1 Ghanese, 5 Pakistani, 2 dell Zambia e il proprietario del "Kent", il Greco Tsourunakis Thomas.

Il giorno 7 luglio 1978, alle ore 16 scoppia l'incendio nella sala macchine, non riuscendo a spegnerlo, l'equipaggio si mette in salvo con una scialuppa di salvataggio.

Arrivano per il soccorso 2 motovedette della Capitaneria di porto e un moto pesca, per spegnere l'incendio, ma inutilmente, alle ore 11.40, il "Kent" affondò nelle acque antistanti la tonnara di San Vito Lo Capo (TP).

Con la nave affondo anche il suo carico consistente in 20 tonnellate di sacchi di politilene, 1400Kg di sigarette, 15 tonnellate di zampironi ed infine molti libri sacri del corano che dal ritrovamento di questi ultimi venne soprannominata "NAVE DEI CORANI"

 
 Il Racconto

Scendere sul relitto del Kent costituisce un’esperienza unica.  Il contesto ambientale è particolarmente attraente: si esce dal porto di San Vito   in direzione Scopello e, superato il capo,   si entra nella baia dove, a destra, c’è la vecchia tonnara. L’intera baia è piena di posti dove è possibile fare belle immersioni. Una delle mie prime immersioni da Open Water, anni fa, è stata sulla parete del Firriato, nella baia dove è affondato il Kent: ricordo che, prima di immergerci con le guide locali, abbiamo accompagnato  i sub dotati del brevetto più avanzato sul punto del relitto. Li guardavo scendere con quel pizzico di invidia che ormai provo solo per coloro che hanno la possibilità di vivere il mare in piena libertà, senza limiti di tempo e possibilità. Non esiste al mondo ricchezza  più grande.  Finalmente, dopo un pò di tempo, è arrivata anche per me  la grande occasione. Una sola immersione non basta per godere della vista del Kent. La mia prima volta è stata particolarmente fortunata: condizioni meteo marine favorevolissime. L’umore della compagnia alle stelle: del resto,  vengono subacquei da ogni parte del mondo per immergersi sul Kent. Si scende sulla cima, ordinatamente e già attorno ai venti metri appare la sagoma della nave che è adagiata sul fondo in assetto di navigazione.  

Attorno ai 40 metri avverto la spinta negativa che bilancio immediatamente. Ci stacchiamo dalla cima e sorvoliamo la parte della nave piena di sacchi di polietilene: l’emozione è accompagnata  da una sensazione di completo benessere che difficilmente dimenticherò. Alla luce delle torce, appare un mondo di incredibili colori: gli eleganti antias, le castagnole rosse,  ci accolgono in banchi numerosi mentre scorfani giganteschi sembrano attendere pazientemente  le strane creature venute dalla superficie. Ogni angolo della nave, comprese le parti meno estese come argani e verricelli, è colonizzato da numerose specie di invertebrati: gorgonie, spirografi, spugne costituiscono il substrato dove pesci e crostacei hanno trovato il loro habitat. Gronghi e murene, uova di calamaro, aragoste: è possibile imbattersi in tutto ciò che si vorrebbe vedere in un’immersione e anche di più. Il tempo sul Kent è tiranno: Peppe ci richiama all’ordine e iniziamo ordinatamente la risalita.

 Appesi alla cima, guardiamo giù: la nave, nel blu fitto, appare pronta a iniziare la navigazione. Continua a emanare il suo fascino anche quando è ormai una sagoma indistinta. Osservo le espressioni dei miei compagni: mi piacerebbe conoscere le sensazioni di chi, come me, per pochi minuti ha trovato una dimensione particolare dell’esistenza in un  relitto adagiato sul fondo del mare, un mucchio imponente di ferro e di altri metalli arrugginiti, piccola oasi per la vita che trova modo di vincere su tutto.

Testo di Antonella Santarelli

 
 
Inviare a WebmasterAzienda un messaggio di posta elettronica contenente domande o commenti su questo sito Web.
Copyright © 1992-2008 NomeCompletoAzienda
Ultimo aggiornamento: 12-03-10